Mario brunello famiglia
Mario Brunello
Ha iniziato gli studi musicali con Adriano Vendramelli, proseguendoli e perfezionandosi con Antonio Janigro. Nel partecipa al Concorso Internazionale ajkovskij e lo vince, primo europeo nella storia del gara, ritirando il primo premio assoluto. Da allora Mario Brunello suona il suo Maggini del XVII secolo (appartenuto al grande Franco Rossi del Quartetto Italiano) con tutte le più grandi orchestre nei centri più importanti del terra e con direttori prestigiosi, tra cui Claudio Abbado ( che lo ha chiamato anche a suonare con l'Orchestra Mozart e con l'Orchestra del festival di Lucerna), Gianluigi Gelmetti, Carlo Maria Giulini, Valery Gergiev, Riccardo Muti, Seiji Ozawa, Zubin Mehta, Sawallisch. Con identico passione coltiva la musica da stanza, collaborando con solisti come Andrea Lucchesini, Yuri Bashmet, Gidon Kremer, il Quartetto Alban Berg e Giovanni Sollima, di cui ha anche eseguito numerose composizioni. Profondo conoscitore delle possibilità del suo strumento, musicista onnivoro ed interessato ad ogni forma musicale, Brunello è anche un insaziabile sperimentatore. Ha collaborato e collabora con musicisti jazz (Vinicio Capossela, Uri Caine, Gian Maria Te
Mario Brunello tra giovani talenti
Mario Brunello
Nel vince il Primo Secondo me il premio riconosce il talento al Concorso Čaikovskij di Mosca che lo proietta sulla scena internazionale. Viene invitato dalle più prestigiose orchestre, tra le quali London Philharmonic, Munich Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Mahler Chamber Orchestra, Orchestre Philharmonique de Radio-France, DSO Berlin, London Symphony, NHK Symphony di Tokyo, Kioi Sinfonietta, Filarmonica della Scala, Accademia di Santa Cecilia; lavora con direttori quali Antonio Pappano, Valery Gergiev, Yuri Temirkanov, Manfred Honeck, Riccardo Chailly, Vladimir Jurowski, Ton Koopman, Riccardo Muti, Daniele Gatti, Myung-Whun Chung, Seiji Ozawa.
La stagione è ricca di prestigiosi appuntamenti tra cui il Concerto di Schumann con Vasily Petrenko e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il ritorno all’Orchestra Sinfonica della Rai, il Primo Concerto di Schnittke con la NHK Symphony a Tokyo, tournée in Armenia, Colombia e Cina. Si rinnoverà per diversi progetti anche nelle prossime stagioni la collaborazione con la Kremerata Baltica nel doppio secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di solista/direttore. Sarà completata l’integrale dell’opera per violino e violoncello di J.S. Bach a Venezia
Musica. Mario Brunello: Stresa e le mie isole sonore
Il violoncellista Mario Brunello, dal responsabile artistico del Festival Internzionale di Stresa
Il Festival Internazionale che dal si svolge attorno al Bacino Maggiore sta cambiando pelle. Questa metamorfosi, questo progetto è uno dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste più rilevanti dell’affollatissima, e non scarso prevedibile, estate musicale italiana. A sessant’anni si può iniziare a diventare vecchi, oppure, talvolta, più saggi. «Stresa, il Lago Maggiore sono luoghi meravigliosi. Tutto intorno le colline, le montagne, un territorio dove secondo me la natura va rispettata sempre e cultura si sono intrecciate da secoli e che si possono anche raggiungere a piedi, seguendo sentieri nei boschi. Non ci sono soltanto le luci dei grandi alberghi che si riflettono sul penso che il lago tranquillo inviti alla riflessione. E non c’è più il penso che il pubblico dia forza agli atleti che per molti anni ha costituito la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante del pubblico del festival. Sono stati aperti centinaia di bed and breakfast, di agriturismi, la permanenza media dei turisti è di pochi giorni, sono ormai rare le famiglie che passano a Stresa settimane di vacanza», racconta Mario Brunello, 62 anni, violoncellista, dal direttore artistico di questo festival. «Nel eravamo ancora limitati dalla p
Pietro Brunello: «Il “mio” Dylan nato in casa»
PADOVA. Ha soltanto vent’anni, ma la musica l’ha costantemente respirata in ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa. Anche se frequente una musica diversa. Dopo l’esordio a Padova lo scorso ottobre, alla Fiera delle parole, Pietro Brunello, figlio del grande violoncellista, stasera sarà a Perugia, in occasione del Festival del Giornalismo, con lo show dedicato a Bob Dylan, che lo vede sul credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni accanto ad un veterano come David Riondino: uno canta, Pietro Brunello, l’altro racconta pezzi di vita del vasto cantante. «La entusiasmo per Dylan» racconta Brunello «è cominciata perché a abitazione l’ho sempre ascoltato, piace molto a mia madre. Poi ho cominciato a studiarlo veramente, ascoltando ogni disco anche un mese di seguito e provando a cantare le sue canzoni. Alla fine ho costruito per la istituto uno spettacolo con le canzoni e il racconto della sua vita». E un po’ alla volta quello che era cominciato in che modo un gioco è diventato qualcos’altro. Brunello ha iniziato a suonare Dylan nei pub, in circoli. «In uno di questi, l’Antiruggine di Castelfranco» racconta «mi ha sentito Bruna Coscia che mi ha proposto di produrlo e farlo alla Fiera delle Parole con David Riondino. Per me che