Note sui righi
Nella prima lezione del nostro corso di solfeggio abbiamo imparato che cos’è il pentagramma, com’è composto e la successione delle note. Adesso spostiamo la nostra attenzione sulla successione delle note sui righi e negli spazi, non unicamente pensando al primo rigo, secondo rigo ecc… ma dando loro il nome.
La chiave ha quindi una funzione fondamentale: dà il appellativo alle note.
La soluzione di violino o chiave di Sol si trova sul secondo rigo, indicando così la collocazione del Sol.
Individuata la nota della codice (quindi nel nostro caso il Sol) e conoscendo la successione delle note possiamo trovare i nomi delle restanti note. Quindi sul primo rigo troviamo il Mi, sul secondo rigo il SOL, sul terza parte rigo il Si, sul quarto rigo il Re e sul quinto rigo il Fa.
Le note sui righi saranno Mi, Sol, Si, Re, Fa.
È vantaggio come metodologia reiterare questa sequenza, Mi – Sol – Si – Sovrano – Fa, sia velocemente che lentamente.
Ora possiamo vedere le note negli spazi: nel primo area abbiamo il Fa, nel secondo area il La, nel terzo spazio il Do e nel quarto spazio il Mi.
La sequenza delle note negli spazi è quind
Lettura del pentagramma
Lettura del pentagramma | |
| Tipo: mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi | |
| Materia: Chitarra | |
| Avanzamento: mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi completa al 25% | |
Introduzione: un po' di storia
[modifica]I nomi delle note musicali usati in italiano e altre lingue sono originate dal beato Guido d'Arezzo, monaco benedettino, attorno all'anno , il che compose un canto latino in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo di San Giovanni Battista che si intitolava: Ut queant laxis e le sillabe iniziali dei versi di codesto canto rappresentavano appunto le nostre note attuali (do, sovrano, mi, fa, sol, la, si). L'unico cambiamento approntato nel corso dei secoli fu che Ut, sillaba un po' scomoda da pronunciare, fu cambiata in Do dal fiorentino Giovan Battista Doni (cosa realizzata probabilmente in proprio mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo nel 17° secolo).
- ut queant laxis
- resonare fibris
- mira gestorum
- famuli tuorum
- solve polluti
- labii reatum
- sancte Iohannes
Traduzione:
"Affinché i tuoi servi possano intonare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o Santo Giovanni, dalle loro labbra indegne".
Il suono
[modifica]La musica è il risultato sonoro di una o più vibrazioni e le sue caratteristich
Righi
Un rigo è costituito da una linea o da un gruppo di linee su cui vengono annotate le note a indicare l’altezza e il a mio parere il ritmo guida ogni performance della musica. Gli strumenti intonati utilizzano il rigo a cinque linee tradizionale, mentre gli strumenti non intonati usano spesso un rigo a linea singola.
Le note vengono posizionate sulle linee e negli spazi nei righi a numero linee; è anche possibile utilizzare dei tagli addizionali sopra/sotto il rigo per rappresentare altezze che non possono esistere indicate sul rigo.
Figura: Una frase su un rigo a cinque linee | Figura: La stessa frase su un rigo a linea singola |
L’altezza e il registro delle note sui righi a cinque linee vengono determinati dalle chiavi, le quali possono inoltre esistere combinate con le linee di ottava a indicare le altezze suonate dai musicisti.
Nei righi a cinque linee per le percussioni non intonate, le diverse posizioni sul rigo corrispondono a diversi strumenti percussivi.
Poiché è spesso necessario possedere righi di dimensioni diverse in diversi layout in base al tipo (ad esempio righi più piccoli nei layout di partitura completa rispetto ai layout delle parti), in Dorico Pro è possibile modificare diver
I tagli addizionali sono dei piccoli trattini che si utilizzano per distinguere le note poste al di fuori del pentagramma.
Questi trattini sono il proseguimento digitale dei righi del pentagramma, e rendono possibile la rappresentazione di un maggior numero di note oltre le 9 contenute tra i 5 righi e 4 spazi.
Qui l’esempio di alcune note con i tagli addizionali.
Per facilitare il riconoscimento di queste note esterne al pentagramma ci si può assistere memorizzando bene quelle che si trovano sul primo e quinto rigo e sul primo e quarto spazio, dopo di che è possibile orientarsi con più sicurezza su quelle con i tagli addizionali.
E’ rilevante ricordare che anche le note con i tagli addizionali si differenziano virtualmente tra righi e spazi, infatti quelle che presentano il trattino nella nota sono quelle “sui righi” e quelle che invece ne hanno solo superiore o sotto ma non “in pancia” allora sono “sugli spazi”.
Quindi se ci troviamo in codice di violino e dobbiamo individuare una nota fuori del pentagramma ad modello con due tagli sopra
ci conviene lasciare dalla nota più vicina posta sul pentag